I dati testimoniano la necessità di un pronto intervento nel settore portuale: l’Italia occupa il 55/mo posto per qualità delle infrastrutture portuali e, dal 2005 al 2014, i nostri porti hanno perso il 6% di traffico merci e il 7% del traffico passeggeri. Questo trend negativo, tanto più in un periodo di crisi, non è sostenibile se si considera che in Italia, nel settore portuale e nella logistica marittima, trovano occupazione un milione di persone, che dalle navi passa la metà dell’export italiano e che la logistica e i porti coprono rispettivamente il 14% e il 2,6% del PIL.
Obiettivo del Piano è favorire la crescita economica del paese rafforzando la competitività del sistema portuale e logistico italiano con azioni da compiere sia nei porti sia sulla loro accessibilità – da mare e da terra – per potenziare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e negli scambi internazionali.
Partendo dall’analisi delle inefficienze del sistema logistico che costano oggi 50 miliardi l’anno e del cluster portuale, vengono delineati gli strumenti da adottare per il raggiungimento degli obiettivi preposti: semplificazione amministrativa, efficienza dei controlli e delle procedure di sdoganamento, promozione dell’intermodalità e dei collegamenti di ultimo miglio, attrazione di nuovi investimenti per la modernizzazione delle infrastrutture portuali, un maggior coordinamento nazionale e una razionalizzazione delle politiche marittime.
“Ci interessa – ha spiegato Delrio – che il Paese ricominci a porre il sistema mare come un sistema di benessere e competitività. Dobbiamo valorizzare la risorsa mare soprattutto in termini di trasporto. Si tratta di una grande potenzialità di crescita per il Paese”.
Uno dei punti chiave del progetto è quello di riportare nel Ministero il coordinamento degli investimenti delle singole autorità portuali affinche rispondano a un’ottica nazionale.
Da un punto di vista finanziario, invece, il piano prevede investimenti per 700 milioni di Euro provenienti dall’Ue, 85 milioni stanziati dal Governo per investimenti nei porti e 600 milioni l’anno stanziati dal Governo per il trasporto via nave.
Il Piano verrà quindi sottoposto alle commissioni parlamentari competenti che esprimeranno il loro parere per poi rinviare il Piano nuovamente al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.